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Come nasce la Polizia Locale
La Polizia Locale ha origini molto lontane, risalgono all’antica Roma e all’opera riformatrice di Ottaviano Caio che nel 27 a.c istituisce le Cohortes Urbanae e la Militia Vigilum con compiti di prossimità – ingressi in città e pattugliamento – , controllo delle merci – annonaria – e di ordine pubblico – microcriminalità e spegnimento degli incendi. Nasce così, per la prima volta nella storia, una forza di polizia locale civile, separandola dall’esercito che, fino ad allora, aveva garantito ordine.
I corpi di polizia locale sono nati tutti tra la fine del ‘700 e la fine dell’ottocento – Torino 1791, Milano 1860, Bergamo 1864, Venezia 1876 Vicenza 1871, etc etc. Lo Statuto del Regno di Sardegna del 1848, e la Legge Comunale e Provinciale del 1859, diedero ai Comuni la possibilità di dotarsi di guardie per vigilare sul rispetto delle proprie norme. La possibilità di creare questi corpi era comunque subordinata all’autorizzazione dei Governatori provinciali che potevano anche rifiutarne la costituzione.
Il Regno di Sardegna, con le leggi di Pubblica Sicurezza del 1859, attribuì alle guardie municipali funzioni in materia di pubblica sicurezza. Raggiunta l’unità d’Italia, questo modello venne esteso anche al resto dei territori annessi, nei quali, esistevano già i corpi delle Guardie Civiche.
Nel 1907 Giovanni Giolitti, Capo del Governo e Ministro dell’Interno, regolamentò la materia facendo confluire le “Guardie Civiche” nel Corpo degli Ufficiali ed Agenti della Pubblica Sicurezza – R.D. 01 agosto 1907 n. 690 – riconoscendo ai Comuni la possibilità di provvedere alla vigilanza dei regolamenti locali a mezzo di proprio personale.
La disciplina dei “Vigili” dipendeva dai Prefetti, mentre il servizio era disposto dai Questori delle Province – R.D.L. 26 settembre 1935 n. 1952 -, di conseguenza, per molti anni il “Vigile”, pur dipendendo dai Comuni, veniva impiegato con modalità e scopi che non rispondevano alle reali necessità del territorio. I Comuni affiancarono così al neonato corpo delle “Guardie Agenti per la Pubblica Sicurezza“, le Guardie Rurali, Campestri, Urbane, ed ottennero le proprie Guardie Daziarie.
Con l’avvento poi dell’automobile e lo sviluppo esponenziale della circolazione nei centri urbani, alle Guardie Civiche venne anche affidato un ruolo di primo piano nella regolamentazione e controllo del traffico nei centri abitati, ruolo che tuttora identifica nell’immaginario collettivo questa figura professionale. Significativa è l’istituzione della rotonda elevata in piazza Venezia a Roma a ricordo di quelli che furono i primi vigili del traffico.
Dai primi del ‘900, a seguito della “Riforma Ricasoli” i corpi delle Guardie Civiche assunsero più spesso la denominazione di Vigili Urbani, termine con il quale vennero identificati fino all’approvazione della Legge 07 marzo 1986 n° 65, con la quale assunsero la denominazione odierna di Agenti di Polizia Municipale. Ad oggi le normative regionali per ricomprendere le Polizia Municipali e provinciali hanno adottato il termine Polizia Locale.